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gastronomia - Alessandra Capocefalo

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Il farro dicocco del Molise

Data: 13/04/2019

Autore: Alessandra Capocefalo

Link: http://www.molisanissimo.it/2016/09/05/il-farro-dicocco-del-molise-ecco-la-storia-di-un-vero-ritorno/

l farro dicocco del Molise è una realtà alimentare importante, già riconosciuta tra i P.A.T., i Prodotti Agroalimentari Tradizionali, che si avvia a ottenere il marchio di tutela della D.O.P., Denominazione di Origine Protetta, come il farro di Monteleone di Spoleto.

Il farro dicocco del Molise


Entrambi i marchi hanno il fine di tutelare un prodotto originario e tradizionale, permettendo al consumatore di scegliere un cereale “tipico” della Regione, sopravvissuto all’estinzione grazie al lavoro quotidiano di alcuni agricoltori dell’Alto Molise (in particolare Agnone, Capracotta e Castel del Giudice) che, estranei alle logiche di massificazione delle colture cerealicole, hanno preservato piccole nicchie di coltivazione riscoperte solo da pochi decenni. Tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90 alcuni enti di ricerca e sviluppo agricolo regionali in collaborazione con le università, intuite le potenzialità di un cereale “rustico” e naturalmente predisposto per la coltivazione con metodo biologico (che proprio in quegli anni avrebbe ottenuto la regolamentazione della Commissione Europea), hanno avviato un progetto multiregionale di recupero delle varietà autoctone di farro ancora marginalmente coltivato nelle zone dell’Appennino Centrale, tra cui il farro dicocco Molise. Queste piccole nicchie, pochissimi ettari frazionati tra diversi agricoltori, erano esse stesse il retaggio di un sistema economico misto che, prima della carestia del 1764 e della conseguente trasformazione del territorio centrale del Molise in “granaio di Napoli”, era certamente più esteso. «Ora è dimostrato che dal 1764 in qua l’industria in questa provincia ha avuto uno sviluppo rapidissimo ed un progresso nell’industria ne ha prodotto un altro proporzionato nella popolazione. […] È incredibile la differenza che tutti notano tra il modo di abitare, di vestire, di alimentarsi prima del 1764 e quello di poi. Tutto annunzia un aumento rapidissimo di ricchezza universale […] Ma quale è stata l’industria aumentata dopo il 1764? Quella sola de’ grani […] I boschi si sono distrutti, la pastorizia diminuita» (Vincenzo Cuoco, 1812, Viaggio in Molise). Questo cambiamento economico, che introduce una nuova fase storica del territorio molisano, quella della produzione intensiva di grani duri e teneri che evidenziava la centralità di Campobasso, “uno dei sette mercati del Regno” (Giuseppe del Re, 1821, Calendario per l’anno 1821 quinto del regno di Ferdinando 1), era preceduto da un’economia mista, basata in buona parte sull’allevamento e su un’agricoltura diversificata «Fuori delle vallate del Matese, dove rarissima è la neve, tutta la provincia è una congerie di colline, cosicché è adatta a coltivazioni di vario genere. Produce abbondantemente orzo, farro, legumi d’ogni genere» (Giuseppe Maria Galanti, 1781, Descrizione dello stato antico ed attuale del Contado di Molise). In assenza di analisi genetiche specifiche non si ha la certezza che la varietà molisana attuale sia una di quelle di cui parla il Galanti né che sia frutto di millenni di selezione ma, attualmente, l’ipotesi è estremamente suggestiva. Il farro, rustico antenato del grano, è stato sicuramente il primo cereale a finire nelle focacce degli uomini del Neolitico, insieme all’orzo. Il più antico degli insediamenti molisani di questo periodo, Monte Maulo, vicino Larino, nel quale la missione inglese degli anni ’70 guidata dall’archeologo Graeme Barker ha raccolto in prevalenza semi di farro e orzo, conferma questo abbinamento antichissimo. Inizialmente questi cereali, farro monococco (Triticum boeoticum), farro dicocco (Triticum dicoccoides) e orzo (Hordeum spontaneum) erano selvatici e venivano raccolti a mano a partire da una zona che si colloca grossomodo lungo la fascia esterna della cosiddetta “mezzaluna fertile”, un territorio che va dalla Palestina fino al Khuzistan, attraverso la fascia pedemontana del Tauro e dello Zagros, durante il XI-X millennio a. C.. E’ qui, dove la presenza spontanea di cereali selvatici era estremamente sviluppata, che si avvia la sperimentazione precoce delle tecniche di produzione del cibo in un periodo della preistoria definito Neolitico, età della pietra nuova. Secondo un modello universalmente accettato (con alcune riserve), le pratiche agricole, le piante, gli animali ma anche le “parole” legate alla coltivazione, partite dal Vicino Oriente, si sarebbero dirette verso l’Europa, circa 9500 anni fa, con una velocità di penetrazione di circa 1 km all’anno; espandendosi prima lungo le coste del Mediterraneo orientale poi, attraverso la Turchia e la Grecia, sarebbero arrivate in Italia: cereali, ulivo, vite, capre e pecore sarebbero stati introdotti nella penisola solo a seguito di questa “migrazione”, inserendosi nel variegato contesto ambientale e culturale italico. Già secondo gli autori di epoca romana dal farro, il cereale più antico e sicuramente il più testimoniato nella dieta neolitica italica, derivano le pratiche e il linguaggio legati alla panificazione: secondo Plinio il Vecchio (Plinio, Naturalis Historia, XVIII, 88) «Si comprende dal termine stesso che farina deriva da farro». Inoltre, proprio Roma, secondo la testimonianza di Verrio Flacco riportata da Plinio (Plinio, Naturalis Historia, XVIII, 11), avrebbe sostituito tardivamente il farro con altri grani a seme nudo (grano duro e grano tenero): «Il popolo romano non avrebbe utilizzato (per la sua alimentazione) che farro, tra tutte le specie di frumento, per 300 anni». Sempre a Roma, una delle forme matrimoniali più sacre, antiche e legittime era la confarreatio, una cerimonia religiosa che prevedeva che gli sposi spezzassero un pane di farro in presenza di dieci testimoni ad indicare l’antichità del rito e del cereale. Tuttavia, già nella fase repubblicana, il farro aveva perso il suo primato, relegato ad un ruolo alimentare marginale dovuto anche alla scarsa attitudine alla panificazione rispetto al grano. Durante il Medioevo il farro torna sulle tavole come ingrediente principale di zuppe nutrienti a base di brodo, carni grasse, formaggio, uova e spezie o ripieno di corpose torte rustiche. Da un ricettario dell’Italia del sud della fine del XV secolo si conserva la ricetta di una minestra brodosa chiamata Potagio de farro: «Fa cocere lo farro in una cazola (casseruola) cum brodo grasso he magro, et quando serrà bene cotto mettice uno ho doi rossi de ova, cum caso gratato, sbattuti, he pipero, zaffrano et canella insieme. Et quando lo metti ad cocere, mette insieme uno pezzo di persuto (prosciutto), he poi, cotto, metti sopra caso he manda a tavola». Secondo le testimonianze antiche la coltivazione del farro in Italia non è mai stata abbandonata del tutto da secoli, forse millenni, ma in Molise, se la precoce reintroduzione nella zona di Trivento ad opera di una cooperativa privata non ha dato seguito ad una coltivazione estensiva, bisognerà aspettare l’ultimo decennio per assistere ad uno sviluppo importante della produzione del farro dicocco del Molise e anche ad una sua visibilità, seppur limitata, sul mercato nazionale ad opera delle piccole aziende che lo producono (in particolare a Fossalto, Matrice, Montorio nei Frentani, Sant’Elia a Pianisi) e a quelle che lo trasformano in farina, pasta e prodotti da forno. Grazie alla tenacia di questi piccoli imprenditori, produttori e trasformatori, il Molise può vantare tra i suoi prodotti agroalimentari tradizionali anche il farro dicocco che, in questi ultimi anni, ha ottenuto un ruolo non marginale nel panorama alimentare italiano. Foto e articolo preso online.

16 recensioni

Matteo 5 Ottobre 2019

Si mangia bene

ottimi tutti i prodotti qui inseriti

lorenzo 4 Febbraio 2019

tutti prodotti ottimi anche l'olio colle d'angio

Marco A. 21 Ottobre 2018

veramente buono

non ci volevo credere ma ora ci credo

Claudio V. 20 Ottobre 2018

Legumi secchi e Zuppe

Bellisomo sito, i prodotti sono buoni e saporiti. La consegna è stata perfetta ed è arrivata nei tempi prefissati. I formaggi sono saporiti e mi hanno lasciato senza paraole.

Armando S. 20 Ottobre 2018

come sono buoni

non ho mangiato nulla di piu' buono.

Francesco 16 Ottobre 2018

mi e' piaciuto tutto

Ho acquistato ed ho veramente apprezzato tutto. Grazie di avermi fatto mangiare come una volta.

Vittorio P 16 Ottobre 2018

nessuna sospresa sgradevole

Tutto a posto, la mere e' anche buonissima

Pasqualino C. 15 Ottobre 2018

Ma viene dal molise?

Non conoscevo il molise ma acquistando ho scoperto una regione meravigliosa. quest'estate ci andro'!

Antonio B. 12 Ottobre 2018

Da cosigliare veramente

Bellisomo sito, i prodotti sono buoni e saporiti. La consegna è stata perfetta ed è arrivata nei tempi prefissati. I formaggi sono saporiti e mi hanno lasciato senza paraole.

Annamaria T. 10 Ottobre 2018

Acquisto sicuro

Ho acquistato con fiducia e ho avuto fiducia

Enrica P. 5 Ottobre 2018

da divulgare

Insomma all'inizio ero titubante nell'acquistare in rete ma questa azienda mi ha fatto sentire sicura e ho avuto ragione, la merce è ottima e veramente gustosa

Michelina 30 Settembre 2018

Veramente buoni

Ho acquistato alcuni prodotti ma non immaginavo che erano coì buoni. Non parliamo del vino, una cosa gustosissimo , mai bevuto un vino cosi buono Io continuo ad acquistarci, sono affidabilissimi!.

Giammateo 27 Settembre 2018

Ma è sicuro tutto molisano?

Salve Volevo solo dirvi che ho chiamato alla sede , prima di acquistare, sono stati gentilissimi e mi hanno documentato che tutti i prodotti con bollino PLATINO o ORO sono di origine esclusivamente molisani.

CoEL coop 25 Settembre 2018

Un vino da provare

Avendo ricevuta la solita pubblicità sulla nostra e.mail , come ne arrivano molte, ma ci ha incuriosito il titolo TINTILIA. Ordinato, arrivato entro 48 ore, abbiamo constatato che ha un sapore veramente ottimo, siamo rimasti entusiasti dell'acquisto. Rifaremo sicuramente altri ordini.

Francesca D. 21 Settembre 2018

Meglio avvisare

Vi voglio avvisare che la merce che state acquistando è veramente del molise, Il Molise esiste ed è pure buono. Da provare.

Matteo R. 20 Settembre 2018

Un articolo degno di gustarlo

Mi sono trovato su questo sito e vi dico che acquistato senza averne fiducia ma quando è arrivata la marce sono rimasto d'avvero sbalordito, prezzo e qualità ottimo. Da consigliare agli amici

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